
TAROCCHI
L'INNAMORATO
La carta dell'Innamorato nei Tarocchi di Oswald Wirth è una roba che, se la guardi bene, ti viene da pensare che Freud, Jung e un bicchiere di bourbon abbiano fatto una jam session visiva in una notte di luna piena. Altro che cuoricini e farfalle nello stomaco: qui l'amore è una guerra civile con i vestiti della domenica.
Al centro della scena troviamo questo giovanotto in preda a un cortocircuito ormonale, come se fosse stato colpito da un fulmine in piena tempesta adolescenziale. Il nostro eroe è lì, impalato (in tutti i sensi), tra due donne: una alla sua sinistra, austera, con quell'aria da "Se non fai come dico io, ti insegno il significato di 'per sempre'", e l'altra alla destra, più frivola, più sensuale, una che probabilmente conosce i cocktail per nome e li chiama "amici".
WOW! Questo triangolo amoroso non è solo una scelta tra bionda e mora, tra moglie e amante, tra ordine e caos. È lo specchio della coscienza. La carta sbatte in faccia la domanda delle domande: Chi cazzo vuoi essere davvero?
E come se non bastasse il dilemma da soap opera cosmica, in alto, come un regista invisibile ma onnipresente, c'è Cupido. Ma non il Cupido tenero da San Valentino. No, questo qui è un serial killer con le ali. Arco teso, freccia pronta, mira incerta: È l'amore trattato come un'arma da fuoco senza licenza.
Oswald Wirth, da bravo occultista svizzero con la penna appuntita e l'immaginazione in overdose, non si limita a dipingere una scena romantica. No, lui ti prende per le orecchie e ti urla: "Tu non sei innamorato, sei fregato!" Ecco perché la carta in francese si chiama "L'Amoureux" e non "Le mec heureux". Perché questo tizio non sta scegliendo: sta soffrendo. È il ritratto dell'indecisione, del libero arbitrio quando vorresti solo un manuale d'istruzioni.
In realtà questa non è una carta sull'amore, è una carta sull'angoscia di scegliere, e ogni scelta è una condanna. Wirth ci dice che l'amore, quello vero, non ha niente a che vedere con le poesie o i tramonti. È una bomba a orologeria che ti obbliga a guardarti dentro e decidere se sei un uomo o un pollo.
E alla fine, quello che ti rimane, non è mica la risposta. È la sensazione che in quella carta ci sei tu, nudo come un verme, sotto lo sguardo di un Cupido sociopatico, mentre il tuo cuore si gioca la partita con due facce della stessa disperazione.
Romantico? Solo se ti piace il romanticismo con un po' di sangue e whisky.

VIZI E WIRTHÙ
Ah, l'amore, ancora lui! Quella trappola dorata che ti fa credere che stai salendo in paradiso mentre stai solo montando sul ring. E nei tarocchi di Oswald Wirth, nessuna carta ti prende più in giro dell'Innamorato. Altro che cuore palpitante e fiori di campo: qui c'è un poveraccio al centro di un dramma tra un angelo, due donne e l'eterna illusione che scegliere significhi sapere cosa si vuole. Spoiler: non lo sa nessuno, mai.
Oswald Wirth, questo massone svizzero con la passione per il simbolismo esoterico, ci regala una carta che sembra l'illustrazione di un'opera lirica sotto acido. Il protagonista è lì, in mezzo, imbambolato come un adolescente al suo primo appuntamento, mentre da un lato c'è la Donna Virtuosa (o almeno così si crede) e dall'altro la Donna del Piacere (la preferita, diciamocelo). Sopra di lui, Cupido con l'arco teso, pronto a tirare una freccia che sembra più un colpo di fucile da cecchino: BANG! Sei innamorato, scemo!
E parliamo dei simboli. La Donna a sinistra è vestita in modo austero, un po' da catalogo di moda monastica, come a dire "scegli me e avrai la stabilità, la casa in periferia e due figli con nomi neutri di genere". La Donna a destra, invece, sembra uscita da un sogno bagnato dell'inconscio collettivo: abiti leggeri, sguardo che promette guai, e l'aura irresistibile della perdizione. Sì, quella che chiami amore eterno è solo la tua libido che ha imparato a parlare in versi.
E quel Cupido? Wirth lo mette là in alto, come se fosse un drone divino che sorveglia la tua confusione e poi decide arbitrariamente dove farti esplodere il cuore. Il bello è che la freccia non ha mai un bersaglio chiaro. Forse colpisce la donna sbagliata. O forse colpisce te. Una cosa è certa: l'Amore non è una scelta libera, è una farsa ben orchestrata con tanto di colonna sonora strappalacrime.
Ma attenzione: la carta dell'Innamorato non è solo dramma sentimentale. È anche la rappresentazione grottesca del libero arbitrio. Sì, quella roba che ci piace tanto vantare ma che, quando si tratta d'amore, evapora più in fretta di una promessa fatta sotto le lenzuola. Il nostro protagonista non sa che fare. Guarda l'una, poi l'altra, poi forse guarda dentro di sé... e non trova un bel niente. L'Amore, alla fine, è il grande bluff spirituale che ti fa credere di stare crescendo, mentre ti stai solo incasinando con più stile.
In definitiva, la carta dell'Innamorato secondo Wirth non parla di amore come ce lo raccontano nei film, ma come ce lo serve la vita: pieno di dubbi, contraddizioni, tentazioni e quella maledetta necessità di decidere, pur sapendo che ogni scelta è una perdita. È l'amore visto da dietro le quinte, senza Photoshop né filtri Instagram.
L'Innamorato ci ricorda che l'amore non è un lieto fine, è un bivio col traffico bloccato.
