TAROCCHI

LA RUOTA

Oswald Wirth ci ha lasciato una Ruota dei Tarocchi che è più che una carta: è un editoriale cosmico. Non un semplice simbolo di cambiamento, ma una di quelle giostre medievali dove ti fanno salire legato e poi ti chiedono "Ti sei divertito?"

La ruota non è una Michelin o un cerchione da SUV, è una ruota mistica, dorata, decorata con lettere che ti guardano come se sapessero tutto di te, tipo: "Lo so che ieri hai sbirciato l'oroscopo anche se dici di non crederci". Le lettere formano "TARO", ma possono anche diventare "ROTA", "ORAT", "TORA", "AROT"... insomma, è come una password per accedere al mistero dell'universo, ma l'hai dimenticata e il tasto 'reset' non funziona.

Sopra la ruota c'è una sfinge con una spada, perché ovviamente serve sempre un mostro con le risposte peggiori al momento peggiore. Sorride in modo inquietante, come una cassiera che ha appena passato il codice sbagliato cinque volte e ti guarda come se fosse colpa tua. La sfinge non è lì per aiutarti: è lì per dirti che la vita è un gioco truccato.

Poi c'è la simpatica creatura verde che scende sul lato sinistro della ruota, che sembra il cugino sfigato del diavolo, quello che non è stato invitato all'inferno perché troppo imbarazzante. Cade, ovviamente. Perché la ruota, si sa, ti fa salire e poi ti ricorda che non hai messo la cintura. La caduta è parte del pacchetto. Nessun rimborso previsto.

E il tizio che sale, quello con la faccia da "questa volta ce la faccio", beh… è la versione esoterica di quel tuo amico che ricomincia la dieta ogni lunedì. Sale, sale, ma lo sguardo è già stanco. Perché sa. Sa che la Ruota è ciclica. E il venerdì sera, puntuale come un orologio svizzero, tornerà a ordinare una pizza.

Morale della favola? Se peschi la Ruota nel tuo mazzo, non illuderti di controllare un bel niente. Il tuo ego è un criceto. E la Ruota? È il suo passatempo, per non impazzire. 

VIZI E WIRTHÙ

Immagina un circo. Non uno di quelli romantici, alla Fellini, ma una giostra psichedelica alla periferia dell'inconscio, con luci intermittenti e odore di zucchero filato marcio. Ecco, benvenuto sulla Ruota dei Tarocchi di Oswald Wirth, dove l'amore non è altro che il premio di consolazione per chi ha perso ogni altra cosa: il senno, la dignità, e spesso il portafoglio.

Nel mazzo di Wirth, la Ruota è un'arena girevole abitata da tre personaggi: una bestia che sale, una che scende, e una, quella al centro, che si crede re solo perché sta ferma — come se l'equilibrio fosse qualcosa che si ottiene smettendo di vivere. Il messaggio? Semplice: nell'amore, o sei il criceto che corre per niente, o sei il giullare che cade di faccia, o sei lo stronzo che crede di avere tutto sotto controllo mentre il mondo gira.

Il simbolismo è una rapina a mano armata della tua logica. La Ruota, tutta dorata e messa lì come un orologio rotto, ti suggerisce che il tempo nell'amore è ciclico. Ma non in senso poetico. No. In senso burocratico. L'amore ritorna come la dichiarazione dei redditi: ti fa sudare, ti toglie qualcosa e alla fine ti lascia con la sensazione di essere stato fregato da qualcuno che non ti guarda nemmeno in faccia.

I due animali, uno con la faccia di un demone e l'altro che pare un cane con le emorroidi, ti ricordano i due stati fondamentali dell'amore: l'euforia tossica del nuovo flirt e la caduta rovinosa quando scopri che ama i Coldplay. Non c'è redenzione. Solo rotazione.

E poi c'è quella figura immobile sopra, con la corona. Il saggio? Il maestro spirituale? No, amico. Quello è il tipo che ha imparato a non innamorarsi più. È lì, seduto, sereno, distaccato come un becchino a fine turno. È l'illuminato che ha capito che l'amore è solo una ruota panoramica vista da lontano: bella da guardare, ma se sali ti viene il vomito.

Wirth, con tutta la sua simbologia ermetica e i suoi colori da libro di alchimia sovversiva, ci dà un avvertimento: l'amore non è un destino, è una trappola meccanica. Ogni giro ti sembra diverso, ma è lo stesso fottuto percorso. E tu, romantica in canottiera, pensi di aver trovato l'anima gemella solo perché ti ha risposto su WhatsApp entro cinque minuti.

La Ruota gira, ma tu non impari la lezione e continui a cercare l'amore come fosse il caricatore del telefono perso sotto il letto. Quando lo trovi, funziona male. Quando funziona bene, si rompe subito dopo.

Quindi, il consiglio della Ruota? Semplice: non prendere troppo sul serio il tuo cuore, è un organo muscolare, non un navigatore sentimentale. E quando ti ritrovi di nuovo in cima, goditela. Ma non dimenticare che la discesa è già iniziata. E stavolta atterri senza airbag.