TAROCCHI

IL SOLE

Un tripudio di luce, innocenza e, come direbbe un pubblicitario sotto acido, "positività cosmica irradiata da una stella che non chiede niente in cambio… tranne la tua pelle". Stiamo parlando di quel bel disco incandescente che ti guarda dall'alto mentre due bambini seminudi ballano sotto i suoi raggi, come se fosse il promo di un festival hippie organizzato da cherubini con la sindrome di Peter Pan.

Wirth, il caro vecchio Oswald, era uno di quei tipi che prendevano i simboli molto sul serio. Non uno che ti dice "Ehi, questa è solo un'immagine", no. Per lui ogni tratto del disegno è un'iniziazione. E così, nella sua versione del Sole, non c'è spazio per l'ambiguità. Tutto è visibile, tutto è rivelato. Ma attenzione: la verità, quando è nuda e cruda, fa più paura di una carta dei tarocchi rovesciata in mano a un ciarlatano con l'alito di incenso.

I due bambini sono forse gemelli, forse amici, forse nemici, forse solo due simboli dell'anima che si riconcilia con se stessa dopo una lunga notte passata a fingere di essere adulta. C'è qualcosa di vagamente inquietante in quella loro innocenza perfetta, come se sapessero troppo per la loro età. Sono il tipo di bambini che ci fissano senza battere ciglio mentre noi, adulti disfunzionali, cerchiamo di capire se è il Sole che ci illumina o la nostra stessa ansia a fuoco vivo.

E poi c'è il muro. Sì, quel muro di pietra dietro di loro. Mica messo lì per caso. È il confine, il limite tra il giardino dell'infanzia beata e il mondo là fuori, dove i tarocchi li usano per fare storytelling su Instagram. Wirth lo sa: dietro ogni sole c'è sempre un muro – perché anche l'illuminazione ha bisogno di un bel recinto per non scappare via come un cane randagio.

In definitiva, la carta del Sole nei tarocchi di Wirth non ti dice "andrà tutto bene". Ti dice piuttosto: "La luce ti colpirà in pieno volto, e se non sei pronta, potresti vedere te stessa per quello che sei". Un bel casino, no? Ma del resto, la verità è come una scottatura solare: arriva sempre quando ti sei illusa che bastava un po' di crema spirituale.

E con questo, cara lettrice, alza pure gli occhi al Sole. Ma non lamentarti se vedi troppo.

VIZI E WIRTHÙ

La carta del Sole nei tarocchi di Oswald Wirth: quella cartolina luminosa che tu pensi voglia illuderti che tutto andrà bene, come se la vita fosse una pubblicità della Coca-Cola girata in Provenza, con bambini biondi che si rincorrono tra i girasoli. Amore, felicità, armonia… sì, certo, e poi ti svegli e scopri che il Sole brucia anche. Ma iniziamo.

Il Sole, in questo mazzo esoterico e simbolico, rappresenta la verità rivelata, la fusione degli opposti, l'amore che finalmente si manifesta senza più maschere. Ma attenzione, non è l'amore da commedia romantica con Hugh Grant che balbetta in una libreria. È un amore che ti prende, ti spoglia e ti mostra allo specchio nuda come Dio ti ha fatto — solo che Dio quella mattina aveva i postumi di una sbornia.

Wirth, un massone con la fissa per l'alchimia e i simboli che solo lui capiva davvero, disegna il Sole sopra due gemelli che si abbracciano dentro un muro, in una specie di giardino zen per iniziati. Lì c'è la chiave: l'amore secondo il Sole non è solo sesso tantrico e sguardi profondi, è integrazione dell'ombra, fusione delle polarità. Ma soprattutto, è l'illuminazione che ti fa capire che stavi uscendo con tuo padre proiettato su corpi diversi da vent'anni.

Nella lettura amorosa, se il Sole è benevolo, ti vuole dire che sei vicino alla realizzazione affettiva, alla relazione sana, che finalmente hai trovato una persona che non ti ghosta dopo tre messaggi su Tinder. Ma se lo prendi nel... beh, hai capito, auguri: o è quello che volevi o ti sei scottata così tanto con l'ultima relazione che ora anche un complimento ti pare un insulto velato. Ti senti abbandonata, tradita dal calore che pensavi fosse amore e invece era solo un'ustione di secondo grado al cuore. Il Sole, in fondo, è quel momento in cui ti rendi conto che l'amore non ti salva — ma almeno illumina dove hai sbagliato.

E quindi sì, celebralo, questo Sole. Ma metti la crema solare dell'autocritica e gli occhiali da sole del disincanto. Perché l'amore, anche quello con la A maiuscola, fa male. Ma almeno, se è sotto il Sole, lo vedi arrivare.