ANGEL TAROT

Parliamoci chiaro: questo non è il solito giro di carte da "vediamo se torna l'ex". Questo è un viaggio, e non uno di quelli lenti con la tisana in mano e i pensieri positivi incollati sui post-it. Qui si parla di energia. Vera. Densa. Antica. E, se vogliamo essere onesti, un po' scomoda. Perché quando chiami un Angelo, uno dei 72 dello Shem HaMephorash, non stai tirando fuori una metafora carina per dormire meglio la notte. Stai aprendo un portale.

Ogni consulto che propongo è un incontro. Non tra me e te — o almeno, non solo. Ma tra te e quell'essere di luce che ti è assegnato, da sempre, anche se tu magari te lo sei scordato nel trambusto. Non si tratta di credere o no. Si tratta di ascoltare. Di leggere tra le pieghe del quotidiano, del dolore, dei desideri. Perché questi angeli — e parliamo di nomi con frequenze che vibrano nei salmi, nei pentacoli, nei sigilli — non ti danno la risposta facile. Ti danno la chiave. Sta a te girarla.

Lavoro con un mazzo che non ha niente a che vedere con le versioni addomesticate degli angeli tutti piume e cuoricini. Qui ci sono sigilli, nomi divini, archetipi potentissimi legati alla Cabala, all'Albero della Vita, alle rotte più misteriose del tuo sé superiore. Non consulto le carte per dirti se troverai parcheggio sotto casa. Ma se vuoi capire perché continui a sabotarti nelle relazioni, perché i soldi sembrano schivarti come se avessi la lebbra, o come fare pace con quella parte di te che non si fida di niente e nessuno — allora sì, qui trovi qualcosa.

Ogni lettura è un rito. Evoco, ascolto, traduco. Tu ricevi. Con rispetto. Con apertura. E con la consapevolezza che queste forze non sono decorazioni new age, ma intelligenze luminose pronte a sostenerti — se le chiami nel modo giusto.

Consulto con l'Angelo non è una scorciatoia. È una convocazione.
E se sei pronto a rispondere alla tua, ti aspetto.