TAROCCHI

LA MORTE

No, non quella con la falce che ti porta via quando sbagli ad attraversare dal marciapiede. Parliamo della tredicesima carta degli Arcani Maggiori. Lì c'è questa figura scheletrica in armatura — perché anche l'aldilà ha un dress code, pare — che avanza a cavallo, portando uno stendardo con una rosa bianca. Che dolcezza: arriva per spazzare via tutto e si porta pure i fiori. La rosa, ovviamente, non è lì per romanticismo. È il simbolo di purificazione. Tipo quando butti via il tuo vecchio cellulare e finalmente inizi a vivere.

In amore? Oh, qui si fa interessante. Se stai cercando un segno per mollare quella relazione che puzza di rancore passivo-aggressivo e messaggi lasciati su visualizzato, eccolo: è uno scheletro su un cavallo. Più chiaro di così. Questa carta ti dice: "Taglia. Brucia. Cambia numero". La fine non è solo necessaria, è terapeutica. Perché solo se fai spazio, l'universo può smettere di riderti dietro e offrirti qualcosa di vero, qualcosa che non sembri scritto da un algoritmo sentimentale malfunzionante.

E poi ci sono loro, i personaggi a terra, sdraiati come dopo una serata sbagliata. Rappresentano la resa, l'inevitabile accettazione che non puoi aggiustare tutto col pensiero positivo e un messaggio di scuse alle tre del mattino. Ci sono cose che devono morire. Vecchi schemi, illusioni tossiche, e quell'idea ridicola che l'amore debba essere una telenovela.

Ma non tutto è cinismo e funerali emozionali. Guarda oltre. C'è il sole. Sì, proprio lui: quel coso luminoso che sorge tra due torri simmetriche — un'immagine così simbolica che persino Freud si alzerebbe in piedi ad applaudire. È la rinascita. È la nuova possibilità. È la speranza che, una volta ripulito il campo dalle macerie emotive, possa crescere qualcosa che non sia solo una replica del tuo ultimo disastro affettivo.

E quel cavallo bianco? Pure lui ha un senso. Non è lì per far scena. È il colore della verità, della pulizia. Il cavallo ti sta portando via dal casino, con eleganza. Ti accompagna verso una versione dell'amore che non ti fa sentire un estraneo nella tua stessa vita.

Quindi sì, la carta della Morte in amore non è una minaccia. È una liberazione. Un invito a smettere di rattoppare l'irreparabile e a fare spazio a qualcosa che non ti uccida lentamente con la banalità.
Preparati: finirà. Ma in quel finale c'è l'unico inizio che meriti davvero.

Se questa carta esce in una lettura sull'amore, significa che siamo davanti a una di quelle relazioni che stanno cambiando pelle, tipo un serpente che si libera di una vecchia muta. Ma ecco la fregatura: la vecchia pelle non se ne va in silenzio. No, resta lì per un po', come i calzini dell'ex nel cassetto, finché un giorno non li trovi e realizzi che è ora di buttarli nel cassonetto senza voltarti indietro.